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| Escursione di ieri con Luca, sul corno estremo della Lombardia, confinante con Liguria e Piemonte. Approfittando del fatto che suo cugino, il roccioso Paolo, stava per affrontare una corsa di 35 km per monti (che, per quanto sia la versione "piccola" della corsa da 75 circa, merita PROFONDO rispetto) decidiamo di tornare dalle parti del Monte Chiappo, variando un po' la meta;
Il buon giorno si vede dal mattino, e per una volta non mi sento di dar torto al detto. Ci muoviamo molto presto, con poche ore di sonno alle spalle, e in soprendentemente poco tempo arriviamo a Caldirola. L'incubo dell'escursione senza cibo (per lui, io mi ero attrezzato) incombe su di noi, ma stranamente stavolta troviamo un bar aperto.
La temperatura è decisamente piacevole. Il sole scalda l'aria ancora fresca del mattino quanto basta per non far rabbrividire e regala alle montagne una luce bellissima. Ciò che in molti monti, alpini ed appenninici, è andato via via scomparendo, qui si ritrova per larghi tratti. Per la maggior parte del tempo, i boschi riempiono i versanti dei monti, senza che un cavo, una funivia un tetto vada a spezzare quell'uniforme manto verde formato dalle fronte degli alberi. Il cammino non è affatto difficoltoso, in poco tempo e senza nessun tipo di problema arriviamo al rifugio Orsi. A parte il nome a me molto caro (chi sa sa), il posto è piuttosto caratteristico e bello. Proseguiamo senza fermarci in direzione del monte Ebro, prima tappa dell'itinerario deciso (e che stranamente stiamo seguendo senza imprevisti). dove il bosco termina inizia un verdeggiante prato, macchiato qua e la da fiori di diversa natura. In una di queste distese erbose ci fermiamo a scambiare due parole con un signore del CAI di Tortona, che stava mettendo una bandiera dell'Italia per i corridori. Scambiamo un paio di parole con tranquillità e ci dirigiamo all'Ebro. La salita non è affatto ostica, arriviamo in vetta a 1700 metri senza essere provati, con nostro stupore. Qui incontriamo un altro signore, più giovine del precedente, anch'egli del CAI di Tortona. Scambiamo due parole per alcuni minuti anche con lui e, dopo un breve pasto, ci dirigiamo verso l'ultimo monte, ovvero il Giarolo. Il Giarolo ha palesato la mia totale incapacità di calcolare la distanza in montagna. Ciò che, a occhio, ho quantificato in 1,2 km massimo in realtà si è rivelato essere oltre 3 km. Il cammino anche qui è piuttosto piacevole e privo di salite estremamente faticose. Attraversiamo una verdeggiante valle, che grazie al grande quantitativo di alberi ed alla sua posizione ribassata rispetto ai monti, da l'idea di essere ancora più inviolata dei tratti attraversati in precedenza. Qui sentiamo alcuni strani versi, a parte il canto del cuculo. Ci muoviamo nel mezzo di un bosco facendo quanto più silenzio possibile, ma non è sufficiente; nessuno compare, purtroppo. Arriviamo senza molta difficoltà in vetta a...Read the whole post... |
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