Respiro

_Varkas_
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  1. 20/1 1:46 _Varkas_: proroga
  2. 14/11 21:50 _Varkas_: di nuovo
  3. 23/3 0:27 _Varkas_: ciao
  4. 29/9 18:52 _Varkas_: posticipo
  5. 1/9 23:58 _Varkas_: delay
  6. 10/9 19:12 _Varkas_: posticipo
  7. 5/10 19:15 _Varkas_: nuovo posticipo
  8. 27/11 21:27 _Varkas_: per posticipare scadenza
  9. 2/4 11:12 _Varkas_: Messaggio per posticipazione termini scadenza del sito. Non so se e quando le camminate riprenderanno, ma è comunque una memoria che voglio tener viva
  10. 28/12 10:27 _Varkas_: le camminate sono ormai più unice che rare. Un momento di stallo necessario e che non so quanto durerà. Fornirò aggiornamenti ed inserirò messaggi per far in modo che sto blog, per il quale ho sputato sangue e ricevuto aiuti, non scompaia
  11. 29/3 17:08 _Varkas_: tentata un'altra escursione in questi tempi ma, complice un'inaspettata abbondante nevicata in quota ed altri fattori indipendenti da me e da Luca, non si è fatto nulla. Sarà per un'altra volta
  12. 21/9 13:20 _Varkas_: aggiunta pagina sulle cascate del Perino del 30/08, con tanto di link di Vafud (che per una volta è stato più celere del sottoscritto). a voi
  13. 25/4 11:09 _Varkas_: i tempi non sono dei più rosei, e non pare esser giunta l'alba di un periodo migliore. Senza entrar nel merito, che non vi (vi? ma chi?) deve interessare, riprenderò a far camminate e scrivere appena riuscirò. Prima o poi aggiornerò questo blog, giuro
  14. 6/1 17:18 _Varkas_: aggiornata la pagine relativa all'escursione del 03/01/13 con in link di Vafud
  15. 27/10 11:59 _Varkas_: È da un po' che non si fanno escursioni. Un po' per tempo, un po' per altri motivi. Prima o poi riprenderemo. Ma questo messaggio vuol più che altro evitare che mi blindino il blog
  16. 10/8 23:43 _Varkas_: per ragioni che non sto a spiegare, nuovamente le escursioni son sospeseo, o comunque molto frammentate
  17. 28/3 19:17 _Varkas_: non so perchè scrivo, o soprattutto per chi scrivo, ma informo che le escursioni (per me) sono sospese per qualche tempo
  18. 28/2 22:40 _Varkas_: Aggiornata pagina dell'escursione del 19/02 alle cascate con il link di Vafud :)
  19. 31/1 12:23 Lucazeo: Il problema più che altro sarà ricaricarle :-P
  20. 31/1 12:23 Lucazeo: Io le foto le ho tutte a casa. Prendesse un colpo a chi ha chiuso megaupload e megapix, dove avevo materiale legittimo :-(
  21. 24/1 19:24 _Varkas_: solo ora mi sono reso conto che la chiusura di Megavideo ad opera del FBI ha toccato anche me. Posso tranquillamente dire addio (o arrivederci?) alle foto che scatta Luca. Con rabbia ho notato di aver perso tutte quelle delle passate escursioni.https://www.youtube.com/watch?v=9Q91-999gEM
  22. 4/1 10:56 _Varkas_: Non riusciamo purtroppo ad incastrare gli impegni, e pertanto le escursioni son poche. Una cosa è certa, non sono terminate. Il profumo ed il canto del bosco non sono cose alle quali intendo rinunciare.
  23. 11/10 21:46 _Varkas_: giusto per dare a ognuno le proprie colpe, i pochi che seguono questo blog possono lamentarsi con Luca (lucazeo qui) per l'assenza delle foto dalle varie escursioni. a partire dalla via del sale :angry: fino all'ultima, per la quale tardano ad arrivare :angry: :angry:
  24. 22/8 20:26 _Varkas_: aggiornamento del 22/08/11: : inserita la pagina in Vafud delle cascate del Perino e le foto di Luca della val di Mello
  25. 21/8 13:42 _Varkas_: Diamo un senso alla Tag. ci inserico anche gli aggiornamenti. Pagina cascate del Perino aggiornata con foto Luca. appena sarà aggiornato il sito di Vafud o verranno pubblicate le foto dell'ultima escursione aggiornerò e renderò voce.
  26. 27/7 18:42 _Varkas_: lungo periodo di pausa, più che altro forzata per impossibilità di trovare un fine settimana libero. I viaggi riprenderanno, e con essi i miei sproloqui senza fine e decenza.
  27. 27/5 20:37 _Varkas_: non ci avevo pensato, lo ammetto. inseriti nei vari post i link del sito di Vafud con il quale son gemellato. Vi invito a darci un occhio, è un sito molto interessante, ed avere due pareri anzichè uno solo è cosa positiva :)
  28. 7/5 11:15 _Varkas_: ed oggi salto la seconda escursione, con un po' di rammarico.Mi consola il fatto che presto ne verranno altre, siate (ma chi...) fiuciosi
  29. 7/12 20:28 _Varkas_: se mai ne troverò uno a tema, che mi ispiri, lo inserirò :P
  30. 7/12 0:06 Ruri: Son sempre qui che spio io! Ahahaha! Piuttosto, mettiti un avatar, dannato!
  31. 6/12 22:11 _Varkas_: Inserito link per reciproco scambio culturale. Ringrazio Ruri per la pazienza nello spiegarmi i procedimenti...Appena il compagno di scorribande mi passa le foto, aggiorno il blog :angry:
  32. 29/11 20:28 _Varkas_: poche escursioni in questo periodo. rimedieremo
  33. 29/8 0:27 _Varkas_: caricare 40 foto mi scoraggia....caricarne 246 mi annichilisce. Troverò presto una soluzione
  34. 31/7 11:30 _Varkas_: caricare 40 foto a gruppi di 3 mi scoraggia molto....
  35. 16/7 10:54 Ruri: *gnaula* cattivoooo
  36. 15/7 18:39 _Varkas_: non dovresti eccedere nel bere, soprattutto alle 11 del mattino
  37. 15/7 11:21 Ruri: Il resoconto, presumo.
  38. 14/7 17:40 Ruri: MUHAHAHAHAHAH! Boh.
  39. 14/7 13:10 _Varkas_: chi?
  40. 14/7 12:55 Ruri: He'll be back.
  41. 4/7 22:55 _Varkas_: fine dei resoconti, per il momento
  42. 21/6 15:16 Ruri: Io continuo ad avere Mac e quindi Safari sai...tsk.
  43. 21/6 13:10 _Varkas_: è abbastanza fermare lo scorrimento automatico. Per vedere poi le immagini nella loro reale dimensione, basta aprirle in una nuova scheda senza far partire l'anteprima (almeno con firefox)
  44. 20/6 23:14 Ruri: Le anteprime van troooppo veloci!
  45. 20/6 14:37 _Varkas_: tsk, il mare...
  46. 20/6 14:20 Ruri: Perché io sto con la felpa e 15° e tu vai al mare Luca...ç_ç
  47. 20/6 13:38 Lucazeo: Oh.... una tag board. Bon, ciao, vado al mare.
  48. 20/6 12:06 _Varkas_: forse, FORSE ci sono riuscito....
  49. 19/6 19:13 Ruri: Senza pietà!
  50. 19/6 19:06 _Varkas_: spammatrice....
  51. 19/6 18:58 Ruri: Buhahahahah! Collaudo la tag! Buhahahahahah!

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B_NORM    
view post Posted on 4/10/2011, 19:47 by: _Varkas_Reply
Escursione fatta con Luca, attorno i monti dello Staffora, con partenza Varzi. L’itinerario doveva esser fatto in tre giorni, ma siamo riusciti a svolgere il tutto in due giornate.
Le suddivido, cercando di non esser eccessivamente prolisso.

1° giorno. Da Varzi ai Piani del Lesima
Ore 4.30 di Sabato.
Luca: stai dormendo?
Io: no…
Luca: Partiamo adesso?
Io: per me va bene…


Ospite a casa di Luca per la notte del venerdì, ci muoviamo che è ancora profondamente buio ed alle 5.30 siamo già in marcia da Varzi verso il passo del Brallo, primo obiettivo della giornata.
Purtroppo i primi 6 km fino ad un altro paese del quale ho scordato il nome, sono su asfalto, ed il nostro passaggio nelle profonde tenebre, accompagnato da diverse auto (non nego la cosa mi abbia sorpreso parecchio, visto l’orario), provoca una caciara costante di cani, allarmati dalla nostra presenza.
Poco prima di arrivare al paese vediamo il cielo schiarirsi ed il sole spuntare lentamente dall’orizzonte, con il suo alone dai colori accesi e vivaci. Uno spettacolo sempre bello ed affascinante, che troppo spesso ci scordiamo di ammirare come meriterebbe.
La marcia prosegue piuttosto bene, senza particolari interruzioni, ed il passo è decisamente buono, nonostante la salita.
Prendiamo finalmente una strada non asfaltata, e ci dirigiamo verso il Penice, da dove avremmo dovuto prendere il sentiero per il Passo del Brallo.
Il primo incontro con altri esponenti dell’umana stirpe è con un branco di cacciatori, che si preparavano ad una battuta di caccia al cinghiale. I loro soavi spari, che rivolgerei volentieri verso il loro stesso cranio, ci accompagneranno tutto il giorno.
Dopo un lungo cammino arriviamo ai Passo del Penice, decisamente affamati nonostante sia piuttosto presto. Mangiamo un panino una fetta di torta, accompagnando il tutto con un buon quartino di vino rosso ed una coca cola per Luca, che preferisce star leggero.
La salita del Penice, purtroppo nuovamente su asfalto, è pressoché integrale e discretamente faticosa, per via dell’abbondante colazione appena fatta.
Ormai poco distanti dalla vetta incrociamo il segnavia per Passo del Brallo e finalmente torniamo a marciare sui sentieri, fra gli alberi e l’aria più pura.
Oggi riusciamo a vedere il sole percorrere tutto il suo corso, ed il tragitto che compie nel cielo durante la mattina dona ai boschi ed ai monti un gioco di luce che rende il tutto decisamente apprezzabile, ed il cielo terso non fa altro che contribuire a rendere ogni cosa ancor più bella.
Arriviamo al Passo del Brallo che è ancora presto, nonostante la nostra marcia stia proseguendo da circa 6-7 ore praticamente ininterrottamente (a parte la breve pausa al Passo Penice).
Qui ci fermiamo ad un bar per prendere qualcosa da bere, e facciamo una sosta di alcuni minuti per far riposare i piedi, liberi dagli scarponi. La marcia sull’asfalto li ha resi dolenti ad entrambi e la sosta è stata dec...

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Comments: 0 | Views: 171Last Post by: _Varkas_ (4/10/2011, 19:47)
 

B_NORM    
view post Posted on 21/8/2011, 10:45 by: _Varkas_Reply
A pochi giorni dalla passeggiata sulle cascate del Perino, decidiamo di fare un'altra camminata; gli Appennini hanno mostrato di essere torridi, soprattutto a quell'altitudine, e, per evitare di trovare la medesima calura della pianura anche durante un'escursione, decidiamo di dirigerci sulle Alpi.
Meta della camminata, fatta con il consueto Luca, Zazza e Red (!!!), la Val di Mello.
Quel luogo l'avevamo già visto lo scorso maggio io Luca e il Bone, e li ero rimasto talmente meravigliato da averci quasi lasciato una parte di me.
Una lodevole (per i miei standard ovviamente) camminata, di circa 40 km fra andata e ritorno.

Il viaggio in auto è piuttosto tranquillo, e prima delle 10 riusciamo ad arrivare a San Martino, dove lasciamo l'auto poco distante dall'affresco del Gigiat.
I primi 2-3 km buoni sono su asfalto e sovente dobbiamo farci da parte per consentire ai furgoncini/navetta, che portano la gente alla Val di Mello, di passare.
Abbandoniamo presto la strada ghiaiosa, sopraggiunta all'asfalto, saltando di sasso in sasso attraverso il torrente e finalmente andiamo a camminare sull'erba.
I primi 5-6 km successivi sono su terreno pressochè pianeggiante, e questo ci consente di scaldare bene i muscoli e osservare il magnifico panorama che questo luogo sa offrire. Il cielo è sgombro da nubi preoccupanti, ma nonostante questo all'ombra la temperatura è decisamente piacevole.
Alcune mucche, che pascolano beate sul verdeggiante prato a qualche metro da noi, fanno da cornice nell'ultimo tratto di pianura fatto sul prato.
Per evitare di trovarci spaesati, sull'altra parte del torrente, decidiamo di attraversarlo e seguire il medesimo itinerario della volta precedente.
L'attraversamento del torrente, fatto anche in questo caso di sasso in sasso, si rivela ostico per me e Red ed a metà decido semplicemente di camminarci dentro, inzuppandomi fin sopra le caviglie; Red se la caverà comunque più egregiamente, pucciando un solo piede. Ovviamente Luca e Zazza (ma più Luca) osservano la scena ridendo e dando l'impressione di gradire parecchio la magra figura offetta.
Ritrovata la vecchia via percorsa, proseguiamo ed arriviamo alle prime salite, per la maggioranza nel bosco. Grazie al riscaldamento precedente riusciamo a fare un ampio tratto con un buon passo e poche soste, fatte principalmente per far fotografie.
Red, nonostante non cammini in montagna da una vita, regge egregiamente il nostro passo e di questo glie ne devo render onore.
La salita prosegue a lungo, praticamente senza soste, con una serie di tornanti di varie pendenze; le fronde degli alberi offrono, in molti punti, squarci di luce che consentono di ammirare dall'alto lo spettacolo della verde valle distante alcuni km.
Verso mezzodì ci fermiamo a mangiare un panino e riposare qualche minuto, durante i quali tutti riposeranno fuorchè Red che si diletterà nella lavorazione di un ramo ...

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Comments: 2 | Views: 158Last Post by: _Varkas_ (5/10/2011, 17:52)
 

B_NORM    
view post Posted on 15/8/2011, 17:14 by: _Varkas_Reply
Dopo oltre un mese di sosta a seguito dell'ormai nota Via del Sale siam tornati a far due passi fra i boschi ed i monti, anche se più che una vera camminata la definirei una passeggiata.
Meta della giornata di ferragosto, assieme al consueto Luca a Zazza (un suo amico) e Sergio (mio cognato), sono state le cascate del Perino, un fiume che scorre fra gli Appennini piacentini creando, lungo il suo corso, diverse cascate decisamente belle alla vista.

Ci muoviamo di buon'ora e dopo aver lasciato la macchina davanti al cimitero di Calenzano, seguiamo le indicazioni ben segnalate che portano ad un grosso sentiero ghiaioso.
La marcia non è per nulla ostica ed al mattino il sole ci fa la grazia di restar celato dietro le nubi per lunghi momenti, consentendoci in questo modo di non soffrire eccessivamente il caldo.
La prima impressione che ho camminando lungo questo grosso sentiero è quella di una mera meta turistica, ed il retrogusto di questa sensazione non mi ha ancora abbandonato (anche per via dell'agriturismo poco distante)
Raggiungiamo delle scale di terra e grossi rami tagliati, con scorrimani in legno e dopo una lunga discesa arriviamo alla prima cascata.
L'uomo ha avuto la decenza di limitarsi a fornire gli strumenti per rendere più agevole la vista della cascata, e nessun intervento particolare è stato fatto al panorama.
Lo spettacolo è decisamente degno di nota, e l'acqua fa un bel salto dalle rocce scivolose in una piccola vasca naturale, dove assume tonalità tendenti all'azzurro/verde acqua, per poi proseguire il suo corso. L'odore particolare dell'acqua, come intrisa di sali minerali, e lo scenario di quiete tutto attorno dona alla prima cascata un senso di pace.
La risalita delle scale non è molto agevole, essendo parecchi gradini ed alcuni parecchio alti, ma nulla di impossibile.
La marcia riprende ma viene spesso intervallata da molteplici deviazioni per sentiri trasversali, che ci consentono di vedere tutte le singole cascate del fiume, ognuna diversa dalla precedente.
Degna di nota, fra le successive che incontreremo lungo il cammino, è una conca colma d'acqua, del medesimo colore di quella già menzionata, dalla forma circolare (e profondità ignota)
Raggiungiamo una cavità di piccole dimensioni, decisamente ribassata rispetto al sentiero. dove c'è un'altra cascata con una conca davanti. L'acqua inizia a diventare decisamente più fredda, e più si scende in profondità con la mano più diventa gelida.
Qui Luca e Zazza si tolgono le attrezzature da trekking e decidono di entrare per fare un bagno. Zazza rinuncia, arrivando alle ginocchia, mentre Luca dopo diversi tentativi decide di nuotare fino a toccare direttamente l'acqua della cascata. Ne esce provato per il freddo, con la pelle rossa in alcune parti, ma decisamente felice e soddisfatto.
Dopo aver mangiato tutti assieme un boccone ed esserci ripreparati, continuiamo lungo il corso del Perino ...

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Comments: 0 | Views: 267Last Post by: _Varkas_ (15/8/2011, 17:14)
 

B_NORM    
view post Posted on 5/6/2011, 13:27 by: _Varkas_Reply
Approfittando del ponte della festa della repubblica, che lo scorso anno ci ha condotti a Livigno, io e Luca ripercorriamo l'antica Via del Sale lombarda. Fornendo giusto un paio d'informazioni fini a se stesse, era la via percorsa in tempi remoti dai commercianti per trasportare il sale a spalle di asino dal genovese al pavese, nello specifico da Sori a Varzi.
Prima di iniziare un paio di premesse, per chi volesse rifare il percorso, che consiglio caldamente:
1- I km che si trovano sulle guide sono sbagliati, in realtà il percorso è parecchio più lungo (noi, sommando anche le deviazioni dal percorso, abbiamo toccato i 90 km circa)
2- le tempistiche che si trovano sulle guide on line sono scritte da tori, che fissano l'obiettivo e corrono a testa bassa senza assaporare il panorama. O da Messner, ovvio.

Suddivido l'escursione in tre giorni, cercando di essere contenuto (anche perchè gli appunti che mi ero preso li ha tenuti Luca). Iniziamo:

Primo giorno: da Varzi (PV) a Capannette di Pey (PC)
Premetto col dire che teoricamente l'escursione doveva finire a Capanne di Cosola, ma per noi è diventata più lunga di un km, come più tardi spiegherò.
Arrivati alla stazione bus di Varzi assieme ad un gruppetto guidati da Mario del CAI di Voghera ed al prode Tommaso (adorabile cane che lo accompagnava),ci stacchiamo dal gruppetto e partiamo per nostro conto lungo la riva dello Staffora, dove troviamo il primo cartello della Via del Sale che ci fa svoltare in un sentierino.
Sono parecchi i gruppi che fanno l'antico percorso, a parte noi ed il gruppetto guidato dal CAI, e praticamente tutti li incontreremo lungo il cammino dei 3 giorni.
Seguiamo il corso dello Staffora seguendo le indicazioni, ma ben presto ci troviamo spaesati. Affrontiamo bivi privi di segni che permettano di capire la correttezza del sentiero, e dopo meno di 2 km già dobbiam chiedere a due escursionisti dei quali purtroppo ho scordato i nomi.
Proseguiamo la nostra salita con il nostro passo medio, incrociando una capanna di legno in onore ad un uomo del posto che viveva in amore e rispetto della natura, fino a raggiungere un nuovo bivio; insieme ai due escursionisti di prima, che hanno raggiunto, decidiamo di prendere quello con alcuni segnali ed iniziamo a scendere fino alla Capanna del Grillo. Gli altri due hanno un passo migliore del nostro e presto ci staccano. Iniziamo una costante discesa, decisamente imprevista, che ci conduce fino a 400 metri di altitudine; il paese che dovevamo raggiungere era a 800. Chiediamo ad un contadino di questo paesino che ci indica un sentiero (non segnalato) per raggiungere il paese che dobbiamo trovare. Lo percorriamo abbastanza ad istinto non senza fatica, dovuta sia alla salita sia al fango che si attacca sotto gli scarponi come cemento a presa rapida.
Arriviamo finalmente al paese corretto, allungando di più di 5 km l'itinerario previsto, riempiamo le borracce ad una fonte e p...

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Comments: 0 | Views: 281Last Post by: _Varkas_ (5/6/2011, 13:27)
 

B_NORM    
view post Posted on 15/5/2011, 12:40 by: _Varkas_Reply
Escursione di ieri con Luca, sul corno estremo della Lombardia, confinante con Liguria e Piemonte.
Approfittando del fatto che suo cugino, il roccioso Paolo, stava per affrontare una corsa di 35 km per monti (che, per quanto sia la versione "piccola" della corsa da 75 circa, merita PROFONDO rispetto) decidiamo di tornare dalle parti del Monte Chiappo, variando un po' la meta;

Il buon giorno si vede dal mattino, e per una volta non mi sento di dar torto al detto.
Ci muoviamo molto presto, con poche ore di sonno alle spalle, e in soprendentemente poco tempo arriviamo a Caldirola. L'incubo dell'escursione senza cibo (per lui, io mi ero attrezzato) incombe su di noi, ma stranamente stavolta troviamo un bar aperto.

La temperatura è decisamente piacevole. Il sole scalda l'aria ancora fresca del mattino quanto basta per non far rabbrividire e regala alle montagne una luce bellissima.
Ciò che in molti monti, alpini ed appenninici, è andato via via scomparendo, qui si ritrova per larghi tratti. Per la maggior parte del tempo, i boschi riempiono i versanti dei monti, senza che un cavo, una funivia un tetto vada a spezzare quell'uniforme manto verde formato dalle fronte degli alberi.
Il cammino non è affatto difficoltoso, in poco tempo e senza nessun tipo di problema arriviamo al rifugio Orsi. A parte il nome a me molto caro (chi sa sa), il posto è piuttosto caratteristico e bello.
Proseguiamo senza fermarci in direzione del monte Ebro, prima tappa dell'itinerario deciso (e che stranamente stiamo seguendo senza imprevisti). dove il bosco termina inizia un verdeggiante prato, macchiato qua e la da fiori di diversa natura. In una di queste distese erbose ci fermiamo a scambiare due parole con un signore del CAI di Tortona, che stava mettendo una bandiera dell'Italia per i corridori. Scambiamo un paio di parole con tranquillità e ci dirigiamo all'Ebro. La salita non è affatto ostica, arriviamo in vetta a 1700 metri senza essere provati, con nostro stupore. Qui incontriamo un altro signore, più giovine del precedente, anch'egli del CAI di Tortona. Scambiamo due parole per alcuni minuti anche con lui e, dopo un breve pasto, ci dirigiamo verso l'ultimo monte, ovvero il Giarolo.
Il Giarolo ha palesato la mia totale incapacità di calcolare la distanza in montagna. Ciò che, a occhio, ho quantificato in 1,2 km massimo in realtà si è rivelato essere oltre 3 km.
Il cammino anche qui è piuttosto piacevole e privo di salite estremamente faticose. Attraversiamo una verdeggiante valle, che grazie al grande quantitativo di alberi ed alla sua posizione ribassata rispetto ai monti, da l'idea di essere ancora più inviolata dei tratti attraversati in precedenza. Qui sentiamo alcuni strani versi, a parte il canto del cuculo. Ci muoviamo nel mezzo di un bosco facendo quanto più silenzio possibile, ma non è sufficiente; nessuno compare, purtroppo.
Arriviamo senza molta difficoltà in vetta a...

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Comments: 1 | Views: 315Last Post by: Lucazeo (15/5/2011, 17:08)
 

B_NORM    
view post Posted on 16/4/2011, 22:02 by: _Varkas_Reply
Io: "un bar....dopo sto paese c'è qualcos'altro o sbaglio?"
Luca, sorridendo ironico al ricordo della famosa escursione a digiuno: "massì, al prossimo bar ci fermiamo".
E per la seconda volta il prossimo bar non comparve.....E per la seconda volta l'escursione fu senza provviste, stavolta solo per me; Luca aveva la piccola razione stanziata per il pranzo

Escursione odierna con Luca, ormai la costante delle mie scorribande montane. Doveva teoricamente essere una camminata di allenamento, per riprendere il fiato dopo una lunga sosta, ma si è rilevata in realtà una camminata degna di nota, per percorso, condizioni metereologiche, condizioni nostre ecc.
È stato deciso di tornare a trovare un vecchio amico, il Monte Nero. L'idea di base era quella di proseguire poi sul Monte Bue ed infine il Maggiorasca, la più alta delle tre vette, che stavamo addocchiando da qualche tempo.

Il viaggio in macchina è piuttosto tranquillo; nessuno dei due si aspetta neve o percorsi più impegnativi di quelli già affrontati nelle precedenti escursioni, ma le cime innevate dei monti ci mettono qualche dubbio. Degno di essere citato del tratto in macchina, l'apparizione di un fagiano (che un simpatico testa di cazzo stava investendo) e di un capriolo zampettante.

Con un clima ben fresco, quanto basta da costringere me a mettere il secondo maglione e Luca il giubbotto, iniziamo a camminare. La marcia prosegue con ritmi blandi, anche per via della neve che fin da subito ci accompagna.
Memore dei passaggi da affrontare, sono un po' titubante a percorrere il sentiero verso il Monte Nero, ma alla fine metto da parte questi pensieri e imbocchiamo quella via. La neve ed il ghiaccio sotto di essa rendono il sentiero scivoloso ed impegnativo.
Così come la prima escursione fatta da queste parti, capita spesso che ci si trovi a marciare sugli alberi caduti / arbusti sommersi di neve, e tutto questo rende ogni passo un'incognita, privo di una base solida e sicura d'appoggio.
Saliamo non senza difficoltà, riuscendo con diverse soste a raggiungere la vetta del monte, dove ci prendiamo qualche attimo di pausa. Mangiamo quel che abbiamo (fortuna che mi ero portato una mela...). Il paesaggio è davvero molto bello, ed il lago dal colore scuro, col contorno candido della neve ha un gusto particolare, visto dall'alto.
iniziamo la discesa sull'altro versante, per raggiungere il monte Bue; qui il sentiero del CAI, non leggerissimo nemmeno col bel tempo, diventa ostico e potenzialmente pericoloso.
Le rocce sono bagnate e sporche di neve, rami di varia dimensione sono sotto il manto candido e, come se non bastasse, sul versante destro siamo praticamente a strapiombo.
Luca procede con inquietante tranquillità, divertendosi non poco. Io sono un po' più teso, inutile negarlo, ed il mio equilibrio è veramente precario.

Superiamo dopo tanti passi incerti e tanti scivoloni (questo da pa...

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Comments: 0 | Views: 90Last Post by: _Varkas_ (16/4/2011, 22:02)
 

B_NORM    
view post Posted on 14/2/2011, 19:17 by: _Varkas_Reply
Un'escursione nata per caso, con Fabio (Daet) e Luca.

L'idea iniziale era quella di andare a visitare Samboneto, un paesino isolato che ci aveva attratto durante il viaggio di ritorno dal Monte Chiappo per via della strada completamente innevata, non pulita dallo spazzaneve, con pochissime impronte umane.
Da li saremmo dovuti partire per qualche eventuale escursione piuttosto facile e tranquilla;

Cerchiamo di raggiungere il paese ma a metà della tortuosa strada di montagna che ci avrebbe condotti in loco, troviamo un cartello di divieto d'accesso fino ad aprile.
La tentazione di Luca è quella di proseguire, ma alla fine decidiamo di abbandonare la macchina e proseguire ai piedi; con il passare del tempo avremmo valutato se raggiungere Samboneto a piedi o fare semplicemente una passeggiata sul Lesima.

La camminata sulla strada è decisamente tranquilla, a parte il problema del ghiaccio che rende talvolta precario l'equilibrio. Dopo qualche tempo ed un panino mangiato ad una capanna/rifugio estivo (ringraziamo per le panchine) decidiamo di abbandonare l'idea originaria e prendere i sentieri per la vetta del monte.
La temperatura è qui piuttosto mite e ciò ha reso sorprendente la presenza di tanta neve.
Memori della settimana prima, seguiamo i sentieri del Cai proseguendo sulla neve che diventa via via più ghiacciata. il vento inizia a spirare, un vento piuttosto freddo.
La vetta è ancora lontana, e già durante la precedente escursione sul Lesima ci aveva colpito la forza del vento sulla cima del monte; il fatto che a metà strada ci fosse tanto vento ci ha dato da pensare...
Proseguiamo il cammino con calma, più la vetta si avvicina, più il vento si fa forte e freddo; decido di aggiungere il keeway per protegger le orecchie dal vento, visto che le mani si stavano assiderando, ma con sorpresa mi accorgo di non averlo nello zaino dove lo avevo lasciato la settimana prima.
Non potendo proseguire riparando le orecchie con le mani, avvolgo in testa un maglione di ripiego e ciò mi da sollievo; Fabio ha il suo fiero cappello incastrato nel cranio, Luca il consueto cappuccio.
Arriviamo in vetta, ed a parte strani rumori provenire dalla cupola, non c'è nulla di che da vedere. Le nubi basse impediscono la visuale, ed il freddo vento rende la permanenza poco piacevole.
La discesa prosegue tranquilla, sembriamo 3 troll che devastano ogni cosa con la loro camminata pesante. Quando la temperatura torna ad esser mite mi libero del mio telo da suora improvvisato, giochiamo un po sulla neve gareggiando su chi crea la palla di neve rotolante più longeva e mangiamo di nuovo un boccone.
Rientro alla macchina, verso le 16. Il tempo è tirato, ma questo non impedisce il riaccendersi dell'idea avuta qualche ora prima da Luca;
incuranti del cartello, della mezza strada bloccata ci avviamo per la strada innevata e ghiacciata, fino a che la neve diventa veramente troppa. Luca è determinato: vuole...

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Comments: 1 | Views: 152Last Post by: Lucazeo (14/2/2011, 21:34)
 

B_NORM    
view post Posted on 5/2/2011, 21:28 by: _Varkas_Reply
Luca: un bar. al prossimo ci fermiamo a prendere i panini
Fu così che nell'arco dei successivi 10 km non trovammo nemmeno un bar....

Inizia così l'escursione odierna fatta con Luca, fido compare di scorribande, nelle tranquille terre piacentine.
La meta è particolarmente abbordabile sia come tragitto in macchina, sia come difficoltà; non eccessivamente lunga tempisticamente e con picchi di altitudine molto bassi ed estremamente abbordabili, nonostante il dislivello di circa 600 m totali.
Abbandonata la macchina nei pressi di un cimitero (L: "quello che per altri è il punto di arrivo per noi è la partenza") attraversiamo un paesino calmo, dove l'età media riscontrata si aggira attorno ai 70 anni.
Seguiamo le indicazioni recuperate il giorno prima, probabilmente scritte da Messner viste le tempistiche previste, prendendo un sentierino ghiaioso che passa fra un gruppetto di case, silenziose.
Subito la nostra presenza viene segnalata da uno starnazzare improvviso di 4 oche da guardia, poste ad una decina di metri dal sentiero, e poco dopo dalla fuoriuscita del proprietario dalla sua dimora.
Non ce lo saremmo aspettati, visto la temperatura mite della giornata, ma il posto è ancora completamente coperto di neve.
Entrambi siamo piuttosto fuori forma, e le pause prese per scattare qualche foto ci aiutano anche a riprender fiato. La segnaletica del CAI in questo primo tratto di sentiero è ben presente, fin troppo, e non fatichiamo minimamente a prender la corretta direzione. Il percorso non è per nulla difficoltoso, l'unica cosa che rende più faticosi i passi è la presenza della neve, in consistenza e quantità differente da metro a metro. Ciò impedisce di appoggiare con sicurezza il piede e di dosare il passo, essendo ogni movimento un'incognita. Passiamo attraverso un ombroso sentiero che costeggia una ristretta pineta molto fitta. L'odore intenso della resina e dei pini riempie l'aria ed i polmoni, lasciandomi una piacevole sensazione di aria pura.
Quando il sole è ormai alto in cielo ed è prossima l'ora del pranzo, saltato non avendo provviste di cibo ed acqua, il primo passaggio dell'itinerario previsto non è ancora stato raggiunto. A distanza di un'ora e 20 dalla partenza non abbiamo ancora incrociato il sentiero 001, che avremmo dovuto raggiungere dopo 30 minuti. Lo raggiungiamo dopo ulteriori 10 minuti di cammino.
La marcia prosegue piuttosto tranquilla, con passo molto calmo ed arriviamo senza difficoltà alla vetta del monte; abituato a vette ben più nitide, il tondeggiante profilo di quello odierno mi rimanda alle immagini delle colline, pur senza poter negare la piacevolezza della vista.
Non abbiamo cibo ed acqua, dunque inutile fermarci più di qualche minuto. la neve qui è sciolta ed il sole scalda discretamente l'aria, facendo quasi sembrare la nostra un'escursione di fine marzo. Scendiamo seguendo un altro sentiero che,con un percorso circol...

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Comments: 0 | Views: 114Last Post by: _Varkas_ (5/2/2011, 21:28)
 

B_NORM    
view post Posted on 8/12/2010, 21:49 by: _Varkas_Reply
Dopo una lunga sosta priva di escursioni, io e Luca abbiamo deciso di sfidare la neve ed il freddo per fare una camminata semi-invernale.
La meta stabilita è stata il Monte Chiappo, nell'angolo fra Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte (e se non vado errato anche Liguria), dalla cui vetta avremmo dovuto proseguire per una camminata (o una parte di essa) lungo un altro monte del quale ho scordato il nome.
Arrivati in paese, dove il freddo è pungente ma tranquillamente sopportabile, chiediamo informazioni ad un piccola compagnia di escursionisti abbondantemente equipaggiati per raggiungere la vetta e ci indicano un sentiero, non nascondendo perplessità circa il nostro vestiario.
Incuranti del giudizio altrui, come sempre del resto, iniziamo la salita nella neve seguendo le indicazioni ricevute e la neve compressa dalle motoslitte.
Pian piano che saliamo, il freddo si fa via via più intenso, e la percezione che ha il corpo è ancora peggiore grazie al vento ed alla cappa di nebbia/nubi basse che rendono la temeperatura decisamente rigida.
Lo spettacolo attorno è particolare, nella sua uniformità; è come se il vento trasportasse la neve che ghiaccia all'istante su ciò che tocca. Scattate molte fotografie ai cartelli ed alle reti, decido di indossare anche io il cappello essendo i lunghi capelli ormai ghiacciati. Proseguiamo il nostro cammino senza timore, e tutto prosegue per me bene, eccezion fatta per il freddo ai piedi. Luca, nonostante sia senza guanti, è la fotografia della tranquillità.
Arriviamo in poco tempo alla vetta, dove è situato un rifugio ed una sede del soccorso alpino/CAI, entrambe chiuse. Mangiamo un panino al gelo, ricevendo complimenti dagli altri escursionisti appena giunti per via della resistenza malgrado fossimo vestiti in modo "poco tecnico", ci avviamo per il rientro; il freddo è veramente troppo pungente, e con quelle condizioni climatiche, ed il sole che viene per alcuni secondi e sparisce per diversi minuti, diventa inutilmente frustrante proseguire per l'itinerario stabilito in origine. Durante la discesa il cielo si apre definitivamente ed il sole regala alcuni scenari ed immagini degni di nota.
Essendo molto presto, decidiamo di testare il Penice. Un monte molto abbordabile, che lo scorso anno ci ha regalato molta neve e passeggiate tranquille ed interessanti.
Il viaggio è quieto, molte strade sono veramente sporche ma non rappresenta un problema. Luca si diverte come un bambino con un gioco nuovo, e senza nessun problema arriviamo ai piedi del monte, nei presti dell'impianto sciistico.
Iniziamo la salita, seguendo la via in asfalto, comunque bianco e reso scivoloso dalla neve schiacciata dagli spalaneve, senza particolari problemi. Purtroppo il tempo non è dei migliori nemmeno qui, e riusciamo appena ad assaporare per una decina di minuti il cielo limpido dalla vetta, prima che questo ceda il passo alle nubi ed al calare del sole.
stiamo sulla vetta per un 10, 15 mi...

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Comments: 1 | Views: 99Last Post by: Lucazeo (12/12/2010, 20:11)
 

B_NORM    
view post Posted on 25/9/2010, 20:10 by: _Varkas_Reply
Escursione odierna fatta con Luca, un'escursione non estrema ma comunque decisamente piacevole.
La mattinata inizia con una deviazione improvvisa, dettata dall'istinto (e dal navigatore sadico di Luca) che ci conduce in stradine strette e poco stabili. La strada che teoricamente si doveva fare in 1 ora e mezza circa viene fatta in 2 ore e mezza, ma alla fine il paesaggio è già molto bello ed una mucca ci fa visita sul bordo di una via. Fatte due foto al pezzo in macchina, passiamo alla parte a piedi dopo un panino in un bar.

Compagna costante dell'escursione, fino circa alle 16, è stata la leggera pioggia, a tratti più forte a tratti più debole.
Imbocchiamo il primo sentiero che troviamo, un grosso sentiero ghiaioso, ma presto decidiamo di abbandonarlo per una deviazione improvvisa a sinistra, lungo una via più stretta e più ripida. camminiamo circa 15 minuti su quella via ma, una volta ammesso che ci sta portando completamente fuori strada, torniamo sui nostri passi e continuiamo la via grossa....10 metri dopo troviamo il segno del CAI.
Seguiamo la segnaletica per evitare di fare altre deviazioni prive di senso, trovandoci ad affrontare sentieri molto fangosi e scivolosi che mettono a dura prova l'equilibrio.
Camminiamo tranquillamente fino vicino al radar, ahimè presente in vetta, indossando il cappuccio del keeway per proteggerci dal forte vento.
Arrivati in vetta decidiamo di tornare indietro seguendo un'altra via che pare più diretta.
A parte un pezzo di 150 metri circa pieno di fango, che si attacca sotto le scarpe e sormonta gli scarponi, la sorte stavolta è dalla nostra parte ed andando a naso troviamo la strada per accorciare il pezzo di rientro.
Alla fine un'escursione molto tranquilla, una piacevole passeggiata che ci ha condotto a 1760 metri circa. Peccato per le condizioni atmosferichè poco clementi, ma sapevamo già in partenza di aver poche speranze di trovare il tempo a favore

Purtroppo la pioggia ha limitato molto anche le fotografie scattate. Molti dei posti visti non sono stati fotografati nonostante meritassero per evitare di bagnare la macchina fotografica. Scattato una ventina di foto in totale, soprattutto lungo la via del ritorno, al giungere del sole.

Link con le foto:
http://picasaweb.google.it/105211032897364...CN6Oqcytma70Ig#

Comments: 1 | Views: 72Last Post by: Lucazeo (1/10/2010, 22:37)
 

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